Gunda di Victor Kossakovsky,

 


Victor Kossakovsky è un regista russo 

(Виктор Косаковский ).

Se volete ascoltarlo parlare di sé e del suo film, Gunda, cliccate sul file di Hollywood Party, alla Berlinale 70-2020, nel remoto (ormai) febbraio 2020. A te ha affascinato per la delicatezza della voce e dei concetti profondi che ha raccontato.



Victor Kossakovsky


Qui di seguito, metti il video del trailer. Così poi ne parli un po'.




Scritte bianche su campo nero: le parole di un critico cinematografico, Paul Thomas Anderson. La prima scena: una grande scrofa dorme, riposa affacciata alla sua stalla... ed ecco che di colpo spunta arzillo e curioso un piccolo maialino, nato da poco, che ruzzola sulla testa della mamma e raggiunge il prato davanti al naso di lei. Il film è in bianco e nero, con una fotografia smagliante, non appaiono umani e l'unica colonna sonora è quella dei suoni delle voci degli animali - che dialogano tra loro, anche se noi non capiamo cosa si stanno dicendo.

Dentro la stalla, Gunda grufola tra la paglia, si guarda intorno, con due occhi penetranti e altamente consapevoli; Gunda allatta i suoi affamatissimi e numerosi figli, al sicuro con lei. Li allatta anche sul prato nei pressi di un bosco. I maialini dormono, sazi, poi cambia scena e uno dei maialini, forse lo stesso della prima scena, si aggira tra paglia e prato e annusa il mondo. Nella scena successiva è la più sinistra, si vedono galline in primo piano, chiuse numerose in una gabbia, che sembra essere in movimento su un carrello. Le galline chiocciano piano, si guardano intorno, sanno che non possono scappare fuori.

Subito dopo, eccole in mezzo al bosco, si muovono lentissime, con grande cautela, si ode il chicchirichì di un gallo e continuiamo a vedere le galline che osservano, una di loro è priva della gamba sinistra e procede soltanto sull'erba, aiutandosi con le ali per stare in equilibrio - e sembra che faccia un bel tragitto! Vediamo poi i maialini che tutti insieme guardano verso la macchina da presa. Nella scena dopo, sta piovendo, e due maialini, già più cresciuti, si affacciano sulla porta della stalla, alzano la testa socchiudendo gli occhi e bevono l'acqua che cade dal cielo. Vediamo delle mucche, libere tra gli alberi ai bordi del bosco, una di loro si gira muggendo verso la cinepresa. Poi le vediamo da lontano correre e camminare. I maialini, che sono chiaramente i protagonisti, tornano in scena, giocano tra loro e strillano. Poi, li vediamo procedere seguendo la mamma, tra il bosco e i prati. Dopo un breve fotogramma di paesaggio di campagna, possiamo scorgere Gunda: siamo forse a fine giornata, lei è di nuovo dentro la stalla, vediamo la silhouette del profilo del suo viso, come ritagliato nel nero del fondo. Lei è sempre tranquilla, lenta e meditata in tutto quello che fa.

Il film, a metà strada col documentario, racconta tuttavia una storia, la vita della fattoria, di animali come mucche, galline, maiali e forse altri, che vedremo se potremo andare a vedere il film.

Victor Kossakovsky è vegetariano e il suo film è prodotto da Joaquin Phoenix. Ti domandi: è una elegia bucolica, che nasconde le verità delle fattorie umane?  Da quel che vedi e da quel che hai sentito alla radio, tenderesti a dire di no. Di fatto, è un film, che racconta una storia, una storia bella comunque. Ci fa vedere, con una visione estetica limpida, i movimenti, la vita e le personalità dei personaggi scelti tra gli animali. Dice Kossakovsky che il bianco e nero lo ha scelto proprio perché fa risaltare le personalità di chi viene filmato. Gli animali - così come noi, così come i nostri gatti - hanno un'anima.

Il film è bello, un film che fa fare una esperienza in sala che può cambiarti quando esci dal cinema - dice il critico di Radio Tre, Dario Zonta.

Il film, oltre che a Berlino e a New York, è stato di recente trasmesso al TFF e poiché ancora non lo hai visto, riporti - ma con grande piacere, quel che ha scritto Fulvia Caprara su La Stampa di sabato 21 novembre. "Sguardi pensosi, passi meditati, momenti di disperazione e altri di gioia, consumati alzando lo sguardo verso il cielo e respirando aria di libertà. Non siamo gli unici a provare emozioni e, se non abbandoneremo presto la nostra abitudine a uccidere,  non riusciremo mai a liberarci delle guerre e delle sofferenze".

Kossakovsky  che - ascoltatelo alla radio, sembra avere quella forza consapevole di chi ha ancora pensieri coerenti come un bambino, che sogna e spinge chi gli sta intorno a cambiare i propri atteggiamenti - ha fatto un film manifesto, che "modifica il sentire di chi lo vede".

Kossakovsky ha la coraggiosa forza di dire le cose come stanno, dalla ribalta larghissima dei media mainstream: è così forte il suo pensiero, che non puoi che accordarti alle sue idee. Dice le cose che hai sempre sognato di sentire dire, anche fuori dai contesti "protetti" di vegani, antispecisti e attivisti , normalmente più consapevoli.

Il film, dopo TFF, sarà in corsa per i prossimi 'European Film Awards' ed è già pronto per uscire in Polonia, Francia, Scandinavia, Germania e USA.

La prospettiva della storia è quella stupefacente dei maiali - con Gunda e i suoi piccoli bambini - delle galline, specialmente quella con una gamba sola, e delle mucche, soprattutto una mucca in età, cioè oltre i soli due, tre anni che le vengono concessi nelle attività zootecniche.

La poetica di Kossakovsky, si esprime anche con precise scelte di stile, che Paul Thomas Anderson ha definito "cinema puro". Gunda è tutto in bianco e nero e rinuncia a spiegazioni e interventi umani - mostra una notevole coerenza formale, che si vede evidentissima già a partire dal trailer. Il regista vuole mostrare, non dire. All'origine del film - racconta - c'è un trauma infantile: l'uccisione del suo amico maiale Vasya, ammazzato e servito in tavola. Kossakovsky aveva 4 anni, viveva per un certo periodo in campagna e trascorreva il suo tempo in compagnia di questo suo amico.

Kossakovsky senza esitare - e questo è esaltante - definisce come assurde le convinzioni umane a proposito degli animali: "chiunque si trovi a essere con loro in contatto diretto, sa benissimo che essi sono coscienti e provano emozioni. Sappiamo che questa è la verità, ma tacitamente scegliamo di ignorarla."

Joaquin Phoenix, produttore esecutivo: "Gunda offre una prospettiva stupefacente sulla sensibilità delle specie animali, un aspetto che, normalmente e forse volutamente, viene occultato. Le immagini di orgoglio, divertimento, beatitudine e poi di panico e disperazione davanti a una crudeltà difficile da immaginare, sono la prova di come tutte le specie animali reagiscano allo stesso modo agli eventi delle loro esistenze. Kossalovsky ha realizzato una meditazione viscerale sulla vita, il suo è un film di profonda importanza artistica".

Kossakovsky: "Sappiamo che gli animali vengono torturati ogni giorno, ma non ci preoccupiamo di agire affinché tutto questo finisca. [...] Se pensiamo che gli esseri umani abbiano un'anima, dobbiamo convenire che sia così anche per gli animali".

"[...] dobbiamo dare senso alla nostra vita, a quello che facciamo. Non uccidere gli animali è il primo e imprescindibile passo verso la pace mondiale. [...] l'atto stesso di uccidere è terribile, a prescindere dalla specie verso cui è rivolto. Quando lo avremo compreso, la guerra sparirà. Tolstoj lo aveva scritto 120 anni fa, adesso sarebbe il momento buono per ricordarlo".

Come sarà, allora, vedere Gunda? Hai l'impressione che non impedirà la visione della crudeltà che gli umani, alla fine, perpetrano contro gli esseri animali - e dunque non sarà un film elegiaco né tanto meno moralistico. Hai l'impressione che saranno invece 90 minuti immersivi, dove la potenza estetica sosterrà nel modo più coerente e luminoso possibile, una nuova visione etica, di cui abbiamo bisogno assoluto.

Non comprendi perché, tra tutti i Paesi che faranno uscire Gunda nei loro cinema, non ci sia anche l'Italia e questo ti dispiace. Se il cosiddetto nutrimento culturale è una necessità primaria - e molti altri in altri Paesi  lo hanno appunto capito - è ancor più cruciale quando sono certi temi che vengono affrontati e raccontati, in un modo sincero. In Italia, stiamo perdendo l'ennesima occasione di migliorarci. 

Intanto, proponi alcune recensioni che ti sembrano ben focalizzate e che non fanno che aumentarti la voglia di vedere il film

Wired

Cinema Every Eye.

Sentieri Selvaggi.

Cinematografo.



1 commento:

  1. EDIT, avevo scritto un post su Gunda già a marzo 2020, sul blog storico:https://laconfidenzalenta.blogspot.com/2020/03/gunda-il-docufilm-di-viktor-kossakovsky.html

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