Vicini, per piacere!


 


...se qualcuno, anche per caso o per sbaglio, è passato da queste parti, sul blog, non può non essersi accorto della estrema rarefazione dei post.

I motivi son tanti. Tra questi, c'è che ti lasci trascinare dall'entusiasmo mattutino di Maika, che ti chiede di uscire con grande partecipazione e aspettativa: passeggiare, esplorare, è vitale evadere dalle mura casalinghe, per le quali - forse - ci sarà tempo in inverno.

In mezzo a tanti motivi più seri, quindi, preferisci accantonarli tutti e correre all'aria aperta, con loro, coi cani. 

E ti accorgi una volta di più che è vivere coi cani che rappresenta una occasione importante per cogliere le proprie esperienza da un'altra angolazione.



Anche nella leggerezza e nella spensieratezza passatempo di una passeggiata, costellata di accadimenti, arrivano riflessioni o pensieri - che sarebbe bene tu cominciassi ad appuntare a matita su un bloc notes, quando sei in giro (sennò, scappano!).

Il fatto è che stare coi cani, significa trascorrere un tempo intenso, pregno, denso, ricco... anche nel far niente, rimanendo sdraiati all'ombra, a guardare l'aria che scorre per conto suo, di ora in ora.

Però, c'è un però. Queste ricchezze di tempo trascorso, possono arrivare solo se (ci) si lascia liberi. Liberi, in tutto e per tutto - mentre invece, purtroppo, la tendenza generale è quella di togliere la libertà.


La libertà, la si vuol togliere a chi non consideriamo come noi - cioè, meritevole di dignità e diritti. Di solito, questo 'chi' sono gli animali non umani - e il cane, può rappresentare molto bene l'animalità in essenza: il cane come metonimia degli animali.

Abbiamo coi cani un rapporto tendenzialmente schizofrenico - il che è grave oltre che insolito, considerando il fatto che cani e umani viaggiano insieme sulla terra da circa 40.000 anni. Ci siamo persi, noi sapiens, la memoria e la abilità di convivere con questo animale così simile - in realtà - a noi, specialmente per via della sua socialità, della sua abilità collaborativa. Abbiamo perso per strada il significato di stare insieme: e il cane è diventato prima oggetto utile, poi creatura repellente, poi animale imprevedibile e pericoloso, infine pet da compagnia, un giocattolo per solitudini insapori.


Sempre attratto dai cani, magari anche in modi poco consapevoli, ti dai da fare per star dietro a riflessioni e studi che sui cani elaborano molte persone che li considerano come soggetti importanti e quindi come tali li studiano, li osservano, cercano di capirli, cercano di ritrovare quello che abbiamo perso.

Ma poi, l'elemento che alla fine non deve né può mancare - altrimenti tutto diventa manipolazione e strumentalizzazione - è quello della idea di dignità e valore - un valore della soggettività, della individualità.

Non è però un elemento facile da trovare - e di sicuro non è scontato.

Ecco, ritornano le passeggiate: è fin troppo facile vedere persone che, sicurissime di amare il proprio cane, impediscono a questo individuo, questa persona canina, qualsiasi espressione libera. Non c'è tempo per il cane di dispiegare i propri sentimenti, le proprie ragioni, non gli lasciamo tempo di fermarsi, osservare, pensare, valutare. Ci scocciamo subito se ci chiede di seguire i suoi pensieri - tanto, che importanza possono mai avere i pensieri di un cane?

Tutta la schizofrenia è qui: affermiamo di amare i cani, ma nessuno dei nostri comportamenti è un autentico gesto riconoscibile come amorevole: ci sono il controllo, invece, il divieto, la proibizione, il possesso, la coercizione, l'impedimento, il comando.

Che poi, del resto è il nostro modo di agire specifico con tutti gli altri animali che vivono con noi, popolazioni non sapiens che invece travolgiamo.


La nostra narrazione incasella tutti gli altri animali nelle categorie dell'utile, o del pericoloso. In ogni caso, il risultato è un'azione di invasione.

Solo che, coi cani, (ci) sembra di fare gesti amorosi.

Eppure, il più delle volte, non vediamo i cani che vivono con noi - ma vediamo solo degli standard, degli stereotipi. L'individuo si deve uniformare, deve rivestire una utilità, quale che sia - lavoro, oppure compagnia, ma anche altro - e così rischia di trascorrere l'intera sua vita come se fosse invisibile - e di sicuro, incompreso. Il cane, infatti, diventa 'un problema', perché sta semplicemente provando a fare qualcosa 'da cane', che però noi non ammettiamo, non accettiamo e decidiamo che debba venire represso, modificato. Il cane che tira, per esempio, o che scava, o che mangia 'schifezze', oppure - orrore! - il cane che ringhia!

Ti ha colpito, perciò, una considerazione di Davide Majocchi, in una serata incontro a distanza con Luciana Licitra (organizzata da Pensiero Meticcio), intitolata 'Pensieri al Vento'.

Davide Majocchi, è sempre sorprendente, perché trova sempre punti di vista che capovolgono la realtà e collega cose tra loro lontane, con nuovi significati.

(A proposito, se volete conoscere parte del suo pensiero, cercate qui sotto sul blog la intervista che gli hai fatto - è recente, dovete solo scorrere qualche videata della pagina di apertura).


Davide ha una idea speciale di vicinanza tra sapiens e umani: "Ciò che ci porta vicino a loro, non è la risoluzione di un problema, ma il piacere di stare insieme".

Ecco: quanti oggi hanno piacere di trascorrere tempo col loro cane? Con questo intendi non il dare ordini a un altro individuo, ma l'osservarsi a vicenda e fare cose insieme.

Quanti si lamentano perché il cane 'fa i dispetti' e intanto si perdono la gioia - per te unica - di vederli mentre esplorano o mentre tra loro discutono o giocano, nel loro perfetto silenzio, concentrato di sfumature.

Difficile, ma bello, invece, è provare a cominciare a stare lì, e ad accettare e assecondare anche le 'richieste', del nostro cane - che non vuole dominare, o fare i capricci.

Allora, Avete capito perché sto poco sul blog? :) Perché seguo loro e loro mi dicono che è meglio stare sotto gli alberi di un bosco o vicino a un corso d'acqua, o su un prato, piuttosto che davanti a uno schermo. Sono le stesse cose che tutti i cani provano a dire ai loro umani, da sempre - ma chi li ascolta più?




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