Il cane più antico d'Italia è pugliese

 


Sono stati di recente scoperti in Puglia i resti fossili dei cani più antichi d'Italia. Risalgono a oltre 14mila anni fa.




Il team di ricercatori italiani che ha realizzato questa scoperta è organizzato dall'archeozoologo Francesco Boschin, dell’Unità di ricerca di preistoria e antropologia del Dipartimento di scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente dell’università degli studi di Siena.

Racconta Boschin: il ritrovamento di alcuni resti nei siti paleolitici è avvenuto a Grotta Paglicci a Rignano Garganico (Fg) e Grotta Romanelli a Castro (Le). Questi resti «testimoniano una presenza molto antica del cane, datata tra 14mila e 20mila anni fa».

Lo studio, frutto della collaborazione con anche altri enti nazionali e internazionali, è stato pubblicato il 7 agosto sul portale ‘Scientific Reports’, una rivista scientifica online ad accesso aperto, sottoposta a revisione paritaria, edita da Nature Research, che copre tutte le aree delle scienze naturali dal 2011.

Questo cane ancestrale, assomiglia geneticamente ai resti di un suo probabile consimile, proveniente dal sito tedesco di Bonn-Oberkassel. Se così fosse, i due cani potrebbero essere stati generati da una popolazione comune che sarebbe la più antica a diffondersi in varie parti d’Europa. 
Questa scoperta, aiuterebbe a capire di più il ruolo del cane nelle diverse comunità paleolitiche, culturalmente frammentate. Il cane proteggeva gli accampamenti, aiutava nella caccia - sono tutte ipotesi note. L'ipotesi è che tra 20.000 e 40.000 anni fa sia avvenuta la separazione genetica tra lupo e cane e sia iniziato il lungo processo di Speciazione del cane, inizialmente abile nel cogliere l'occasione di sfamarsi tra i rifiuti di surplus di risorse alimentari che si trovavano ai bordi degli insediamenti umani.
Da lì in poi, ovunque andò l'uomo, andarono anche i cani, plasmandosi a vicenda. 

Trovi questa storia, che la scoperta riporta all'attenzione, molto suggestiva. Dovrebbe anche farci riflettere: sul tipo di rapporto che abbiamo oggi e che vogliamo avere col cane; ma, soprattutto, dovrebbe spingerci a ribaltare il punto di vista, sempre antropocentrico, e a cercare di capire che cosa voglia il cane per se stesso e da noi - se da noi vuole effettivamente qualcosa.
La essenza specifica del cane è qualcosa di unico, di molto particolare - poiché il cane è una specie molto peculiare, tipica, estremamente raffinata e specializzata, nel suo uso di forme di intelligenza sociale, che lo porta a rimodellare il mondo in cui vive.

Qui, alcuni link che parlano della scoperta. Così, potete avere tutti i dettagli della scoperta.


BAU

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