Brucia attivista, brucia! I guai del Burnout

 


"Nessuno mi paga per piangere". O per essere sempre arrabbiato con tutti gli esseri umani. Il Burnout degli attivisti animalisti comincia da qui.


Così si intitola la ricerca di Paul Gorski, Stacy Lopresti-Goodman e Dallas Rising, effettuata nel 2018 le cause del burnout attivista negli attivisti per i diritti degli animali degli Stati Uniti (Social Studi di movimento, DOI: 10.1080/14742837.2018.1561260).


Fai Un passo indietro.

Il termine burnout, si traduce come “logorio” “esaurimento” “surriscaldamento”: indica una condizione psicofisica causata dall’accumulo e dalla cattiva gestione di forte stress, con il rischio di arrivare ad avere importanti ripercussioni sia in ambito lavorativo che in ambito personale.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è un fenomeno tipico dell’attività lavorativa dovuto a “stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo” e, così come indicato nell’ICD-11(1) (la Classificazione Internazionale delle Malattie), è caratterizzato da tre dimensioni:

  1. Sensazioni di estrema fatica fisica e/o mentale o esaurimento energetico;
  2. Sensazione di distanza mentale dal proprio lavoro o sentimenti di negativismo o cinismo legati al proprio lavoro;
  3. Ridotta efficacia professionale.

Inizialmente, il Burnout è stato individuato e studiato tra i professionisti impegnati nelle cosiddette professioni d’aiuto, quali lavori sanitari ed assistenziali (psicologi, infermieri, medici, operatori sociali).
Si è poi riscontrato in qualsiasi contesto lavorativo con condizioni stressanti e performanti.
Singolare come gran parte dell'impegno degli attivisti rientri proprio in questa categoria - abbastanza ampia e sui generis - dei "professionisti della cura" o "di aiuto".

Gorsky et al. hanno intervistato diciassette (17) attivisti per i diritti degli animali, che hanno descritto il loro attivismo come lavoro della loro vita, e si sono identificati come un burnout, hanno partecipato a interviste approfondite con i ricercatori. Lo stress accumulativo associato al loro attivismo è diventato talmente debilitante che sono stati costretti a disimpegnarsi dal loro attivismo o a lasciare interamente il movimento. La parola - Burnout- oltre che indicare la situazione, può anche personificarsi, individuandosi, come sostantivo, a indicare la singola persona che parla di sé come di "persona Burnout".

I ricercatori si sono attenuti alla fenomenologia degli eventi fuoriusciti dalle interviste - qualitative - fatte agli attivisti e in questo modo hanno individuato tre categorie primarie di cause di burnout attivisti animali: 1) motivazione e psicologica, 2) cultura organizzativa e 3) cultura del movimento.

L'impegno attivista, quindi, logora profondamente e velocemente, sia perché è un impegno molto sentito, sia perché rende consapevoli della portata della violenza agli animali, quotidiana e normalizzata per la maggioranza della gente - per cui si arriva a sentirsi e viversi e forse immaginarsi come degli alieni. Il Burnout, tuttavia, non viene ammesso: vige la cultura del sacrificio, o meglio, del martirio (si è testimoni sofferenti di una situazione e della aspirazione a cambiarla, a trasformarla). Anche se ti senti Burnout, l'ambiente in cui ti trovi a operare, è fatto in modo da scoraggiarti fortemente dall'esprimere questo tuo malessere ormai sistemico.
Molto interessanti, secondo te, le cause associate alla cultura del movimento, che comprendono tensioni interpersonali, combattimenti di gruppo, discriminazione, pregiudizi e molestie (ostracismi, ridicolizzazione, dispregio della persona tout court, ecc). Sui social, le puoi vedere tutti i giorni - "le lotte intestine tra i vari gruppi impegnati sul tema della liberazione animale, così come le incomprensioni tra attivisti all’interno della stessa organizzazione, con scontri sui punti di vista, sugli obiettivi migliori e necessari da raggiungere, sull’impostazione migliore da tenere e sulla cosiddetta cultura del martirio, cui già si è accennato prima, “in cui il burnout è considerato un indicatore di impegno”più che una situazione da evitare".


Una bella presentazione della ricerca, l'hai trovata sul sito Viverevegan, qui

In sintesi e per concludere. Tu pensi che il Burnout possa rientrare nelle cause - che sono variegate  - delle difficoltà sia di comunicazione che di (auto)rappresentazione nei confronti della cosiddetta società mainstream
La società mainstream è collettivo di tutti gli individui di una comunità, che si reputano normali e tendono facilmente a diffidare -o anche solo a sminuire paternalisticamente - di quanti si dichiarano e agiscono come attivisti.
(Negli attivisti, tu consideri i volontari nei rifugi e nei santuari, i partecipanti a cortei e manifestazioni, quelli che prestano gratuitamente la loro opera professionale, e molti altri). (Anzi, sarebbe apprezzato che chi volesse, nei commenti, ti aiutasse a completare un elenco di 'chi sono' gli attivisti).
L'ipersensibilizzazione nei confronti della 'banalità' degli atti violenti verso gli animali (non umani), lascia facilmente il posto alla tentazione di praticare un diffidente odio generalizzato, una misantropia militante. Non può che esserci incomunicabilità, con queste condizioni. Il Burnout va rimediato e risolto anche per questo motivo - oltre che per il giustissimo desiderio di vita serena dei singoli attivisti.

Cause di burnout negli attivisti americani per i diritti degli animali
Paul Gorski, Stacy Lopresti-Goodman e Dallas Rising (2018): ′′ Nessuno mi paga per piangere ": le cause del burnout attivista negli attivisti per i diritti degli animali degli Stati Uniti, Social
Studi di movimento, DOI: 10.1080/14742837.2018.1561260

3 commenti:

  1. Io in burnout totale non fosse per il volontariato sul campo sarei ai matti

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    1. Io infatti ho sempre apprezzato lo 'stile' operativo più improntato una silenziosa, leggera efficienza di cura. Specialmente nelle attività di rifugio e santuari è indispensabile. Ah! e anche un pizzico di umorismo non guasra - oltre ovviamente a preparazione, fiducia e collaborazione, queste dovrebbero addirittura essere prerequisite! :)

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