Come raccontare la emergenza climatica. Alcuni libri con trame in un mondo dal clima stravolto

 

il 2020 era iniziato coi giganteschi incendi di foreste

Intanto, l'emergenza non è più una 'emergenza', ma una realtà, ormai ben presente e reale, nella vita di miliardi di individui umani e decine di miliardi di individui di altre specie animali, oltre che vegetali - e non solo. 

Da qui in avanti, non è più un 'Se', ma un 'Quando' e - ancor più cruciale - un 'Quanto': quanto prolungato, quanto complesso, quanto profondo, quanto diffuso.

Secondo te, l'aspetto più ambientale o ecosistemico in senso lato, è altrettanto presente quanto la questione della sopravvivenza delle singole specie e al loro interno, del benessere degli individui.  Non è possibile districare i due aspetti - che sono entrambi legati alle attività umane, al netto di considerazioni antropocentrate.

Per complicare un quadro già complesso, varie letture sociopolitiche si concentrano vuoi sugli aspetti economico-produttivi, vuoi su quelli socio-culturali. Il profitto e il mito. Il capitalismo e l'antispecismo.

Tante differenti narrazioni, tutte focalizzate su quella che comunque per tutti è la realtà dei nostri tempi: la incalzante rovina climatica - che forse sarà rovinosa quasi solamente per homo sapiens.




Ma appunto, qui sono le narrazioni a essere cruciali. Che tipo di narrazione occorre per far 'sentire' alle persone di tutti i giorni la gravità della situazione in cui vivono? Devono le storie incentrarsi sui cambiamenti del clima? E come? Devono suscitare angoscia e urgenza, o possono far filtrare barlumi di possibile speranza?

Lo scrittore Amitav  Ghosh, ha detto che sta diventando un obbligo per gli scrittori immaginare, pensare e scrivere storie che portino il clima al centro delle trame e delle motivazioni dei personaggi. 

"... è impossibile per gli scrittori e gli intellettuali non rispondere in qualche modo, altrimenti chiuderebbero semplicemente gli occhi", dice Amutav Ghosh. Un po' come se - non (pre)occupandosene, non stessero scrivendo sincera letteratura, non stessero raccontando storie interessanti e significative.

Questa, la premessa.


Qui, elenchi alcuni libri che sono esempi di risposte - poi magari parlerai, o riparlerai, di ciascuno di questi.


Non sono ovviamente gli unici libri - anzi, se avrete voglia di commentare, in fondo, scrivete i titoli nei commenti. Qui metti solo quelli che hai letto. -quasi tutti - o che ti sono venuti in mente, o di cui hai sentito parlare. La cosa che più ti importava, era di render conto di storie quanto più possibile diverse tra loro. 

Se poi ce ne saranno altri, di libri, si potrà sempre fare un secondo post, giusto? Giusto.

Oggi, poi, nevica - e parlar di libri mentre fuori scende la neve può regalare sensazioni uniche.

Via che si va...






Olga Tokarczuk

Guida il tuo carro sulle ossa dei morti

  • traduzione: Silvano De Fanti
  • pagine: 360

Nottempo 2012

Olga Tokarczuk è polacca, è vegetariana, è femminista. Tutti i suoi libri che hai letto - I Vagabondi, Nella quiete del Tempo e questo Carro - sono delle sfide allo status quo, all'ordine consueto delle cose, rimescolano gli eventi e li ricollegano, parlano di cambiamento e di animali, capovolgono i confini per eliminarli, sono instancabili attraversamenti a zig zag.
In questo caso particolare, la trama è un giallo, c'è una serie di omicidi e ci sono indagini, su cui indaga l'eccentrica Janina, ma c'è anche molto altro, qualcosa che coinvolge gli animali non umani, come personaggi centrali e principali. E il capovolgimento finale lascia il segno nella tua memoria di lettore. Un commento più esteso lo avevi scritto sul vecchio blog, qui





Olga Tokarczuk
Nella quiete del tempo

traduzione: Raffaella Belletti
pagine 320
Bompiani 1996


Fin dall'inizio tu lettore vieni attirato in una fiaba. Una di quelle fiabe senza tempo, antiche come i falò che gli umani accendevano per affrontare la notte. Le dimensioni delle realtà. -plurale, non a caso - sono moltiplicate, i confini - anche qui - sono porosi e mobili. Vite nel villaggio di Prawiek - che in polacco significa quasi (!) - si intrecciano. Il villaggio è situato al centro dell'universo e i suoi abitanti muovono, a volte inconsapevolmente, la storia intera - il tempo scorre, le generazioni arrivano e passano, i cambiamenti della morte sono continui.
Alcuni personaggi scelgono di vivere al di là degli spazi antropici, si mescolano - in ogni modo possibile- con gli animali. Non solo - non tanto suggestione magica - ma realtà impastata con la magia e - ancora una volta - barriere che vengono attraversate e oltrepassate. Di solito, la critica in questi casi parla di "realismo magico".






Maja Lunde

La storia delle api

traduzione di Giovanna Paterniti

Marsilio 2017


Maja Lunde, norvegese, vive a Oslo.  Sta scrivendo una quadrilogia sul clima, o meglio sui disastri climatici che ci aspettano. Siamo già arrivati al terzo capitolo. Ma tutto è iniziato con questa "Storia delle api". (Puoi dirlo che l'ape cicciotta sulla copertina ti suscita una enorme tenerezza e sapere che purtroppo è morta è qualcosa di molto tragico e triste?).

Lo schema, che si ripeterà anche nelle storie successive, collega tre storie, apparentemente separate tra loro - una nel passato rispetto al nostro presente; una di poco dislocata nel nostro tempo; infine una nel futuro rispetto a noi, un futuro non troppo lontano - per nostra sfortuna.
Leggiamo allora la storia di William, inglese, appassionato di scienza naturali, che vive nel XIX secolo; la storia di George, apicoltore USA che vive in Ohio e trasporta in giro api impollinatrici; infine, la storia futura di Tao e della sua famiglia, impollinatrice cinese nel 2098 - quando le api saranno scomparse e tutti gli alberi da frutto saranno sterili. Ogni storia ha un suo stile, ma tutte e tre sono 'abitate' dalle api, presenti o anche drammaticamente assenti. Si passa dal racconto biografico ottocentesco, al romanzo contemporaneo nordamericano, fino alla fantascienza distopica.
Un sottile filo collega le tre storie, starà al lettore scoprirlo, in una altalena di sensazioni e riflessioni.

Tu avevi parlato sia di una storia simile a quella di George, raccontata in un documentario; sia del libro di Lunde, che hai letto con vera curiosità.
Proponi anche un'altra bella recensione, di un blog trovato navigando: eccola qui. E una seconda qui.


Maja Lunde
La storia dell'acqua
traduzione di Giovanna Paterniti
pag.432
Marsilio, 2018

Secondo corposo capitolo della quadrilogia climatica di Lunde. Lo schema che intreccia storie e passato, presente e futuro - lo ritroviamo come nel primo libro - e in fondo è una bella cosa, poiché è uno stile già noto, che ti dà, lettore, almeno un punto stabile e un elemento famigliare da cui partire o nel quale ritornare, mentre si leggono le storie dei tre protagonisti nelle diverse epoche. Questa volta, le storie sono due e - in generale - l'atmosfera è più cupa e drammatica, la tensione è alta, i pericoli sono visibili a tutti e la sopravvivenza è già in gioco - sia per la norvegese Signe, nel nostro presente, coi ricordi radicati in un passato non lontanissimo di impegni ambientalisti (per farla breve), che progetta un folle 'sequestro'; sia, ancor di più, per David e Lou, padre e figlia nella futuraprossima Francia meridionale, sconvolta da una lunghissima siccità, forse perenne. Troveranno una sorprendente e inaspettata possibilità di futuro.
Nella prima parte si sente l'acqua che quasi ti scorre addosso, che puoi bere - anche se vedi coi tuoi occhi che c'è chi la sta sprecando e letteralmente sottraendo all'intero luogo del ghiacciaio. Nella seconda parte, il sole e la polvere ti assillano occhi e respiro, l'ombra è un regalo remoto e rarissimo, l'acqua è un vero miraggio. Il modo in cui si uniscono le due storie alla fine, ha qualcosa di incantevole e regala una spinta magica, per chi vuole sospendere la incredulità - come è giusto e sano fare di fronte a qualsiasi opera di fantasia. Una recensione, la trovate sempre qui




Jeffrey Moore
La società degli animali estinti
traduzione di Dafne Calgaro
pag 408
ISBN 2012

Questo libro lo hai letto diversi anni fa, forse proprio nell'anno di uscita, perciò te lo ricordi molto poco. Forse dovresti rileggerlo. Ti ricordi però molto bene la il misero uomo che è Nile, protagonista maschile - sconfitto dalla vita - e la combattiva outcast Celeste, che vive nei boschi e difende gli animali in modo viscerali e anche violentissimo - lei stessa è un animale ferito, piccolo di taglia, ma agguerrito. Probabilmente lo rileggerai.
Che cosa sia la società degli animali estinti, così, lo riscoprirai anche tu, insieme ai nuovi eventuali elettori. Di sicuro, in una crescendo di tensione e di lotta, che potrebbe iscrivere il romanzo nel genere 'revenge' - ci sono diverse descrizioni di cose atroci che vengono fatte quotidianamente agli animali, come se fossero cose normali. Cronaca shock e black Comedy insieme.


Filelfo
L'assemblea degli animali
pag 184
Einaudi Stile Libero, 2020

Hai finito di leggerlo da pochissimo - ma ne parlerai magari più diffusamente in un post dedicato.
Il libro è l'intera fiaba del misterioso autore Filelfo, uscita in parte sulle pagine di Repubblica l'estate scorsa - una vera e propria risposta culturale alla pandemia, i suoi perché e i suoi percosa.
Il sottotitolo è 'favola selvaggia': tu in realtà lo intenderesti come selvaggio in senso etimologico, cioè della selva. Interpretazione che probabilmente l'eruditissimo autore condividerebbe - ma è poi un autore solo? E perché non ci dice davvero chi è, o chi sono? Della selva perché in questa fiaba la prima scena è dominata dagli animali, nel posto che tutti gli animali conoscono da sempre e che un tempo conoscevano anche gli umani: un luogo selvaggio, nascosto, dove sono sospese le leggi della predazione e dove gli animali decidono come risolvere le crisi che minacciano l'estinzione globale.  L'uomo è dunque equiparato a una crisi e come tale va fermato, arginato, al limite eradicato. Come?  E con quali conseguenze? La storia è una fiaba sul cambiamento climatico, sugli incendi che a inizio 2020 hanno devastato l'Australia. Incendi degli umani.
Un po' cosmicomica di Calvino, un po' favola alla Sepulveda, è anche molto altro: intreccio costante di riferimenti letterari complessi, intrecciati lungo tutta la storia letteraria mondiale. A dimostrazione che di animali l'uomo ha sempre parlato, fingendo che loro parlassero di lui. Ma poi, nella realtà dei fatti, le cose sono rimaste sempre uguali e l'uomo si è sempre comportato da invasore sul pianeta. Vale la pena tornarci con un post.

Fin qui, alcuni di quelli che hai letto.
Questi che invece presenti adesso, non li hai ancora letti, ma forse lo farai nei prossimi tempi.


Maja Lunde
Gli ultimi della steppa
traduzione di Giovanna Paterniti
pag 448
2020 Marsilio

Intanto, dici che questo libro è finalista al medesimo premio dei Librai, ambito premio letterario norvegese  che aveva vinto "La storia delle api".  Siamo al terzo libro della quadrilogia del clima e si sa che i libri verranno adattati in una serie televisiva - che non vedi l'ora di vedere, vista, per inciso, la enorme qualità dei prodotti seriali norvegese e nord-europei in generale!
La trama la leggi dai siti, il libro infatti non l' hai ancora letto.
Nel 1882 siamo a San Pietroburgo, dove lo zoologo Michail riceve dalla Mongolia i resti di un cavallo selvatico, il mitico takhi, che tutti pensavano estinto e che invece è il cavallo primigenio, ritratto anche nelle pitture rupestri.
Nel 1992 la veterinaria tedesca Karin raggiunge la Mongolia spinta dal sogno di riportare in quelle terre i mitici cavalli takhi. Riusciranno cavalli ormai addomesticati a sopravvivere nella steppa mongolica senza la vicinava degli umani?
Nel 2064, in Norvegia, Eva e la figlia quattordicenne Isa, sopravvivono nella loro inaridita fattoria. Hanno con sé  un paio di mucche, alcune galline, alcune capre - e hanno i due ultimi cavalli takhi...
Da una recensione molto dettagliata, che riporti qui, scopri che molti sono i temi esplorati: la impossibilità dei sogni nel prossimo futuro, la solidarietà femminile, la necessità di sentirsi dei 'tutti', insieme, per affrontare il devastante futuro che ci aspetta fra pochi anni...


Amitav Gosh
L'isola dei fucili
traduzione di Anna Nadotti e Norman Gabetti
pag 315
Neri Pozza 2019

Proprio quell'Amitav Gosh che citavi all'inizio, ha scritto anche lui un romanzo dove la vita sul pianeta è sia protagonista che ispirazione.
Qui, una recensione che ne scrive - intanto che aspetti di leggerlo. Dalle note editoriali, ti sembra che sia un romanzo molto avventuroso, in una cornice internazionale - volendo anche con pizzichi di suggestioni salariale, per chi lo ha letto. Temi: i miti, i viaggi, il rapporto tra natura e commercio: dalle Sundarban, la frontiera dove il commercio e la natura selvaggia si guardano negli occhi, il punto esatto in cui viene combattuta la guerra tra profitto e Natura, lo porterà dall’India a Los Angeles, fino a Venezia.
Un viaggio mirabolante, che attraverserà secoli e terre, e in cui antiche leggende e miti acquistano un nuovo significato in un mondo come il nostro, dove la guerra tra profitto e Natura sembra ormai non lasciare più vie di scampo al di là dei mari.


Gabrielle Filteau-Chiba
Nella tana
traduzione di Federico Zaniboni
96 pag
2019 Lindau

Gabrielle Filteau-Chiba è canadese vive nello stesso modo della protagonista del suo primo libro: in una casa alimentata dall'energia solare in riva al fiume Kamouraska, Quebec. Oltre che scrittrice e traduttrice, è pure attivista e mette in pratica quel che scrive, nella sua stessa vita. Lo leggerai a breve: l'impressione è di una storia che lascerà in te una traccia profonda, forse anche dolorosa - vedrai perché.

"Anouk è una giovane donna che, non sopportando più i meccanismi che regolano il mondo di oggi, ha lasciato il suo confortevole appartamento di Montréal per rifugiarsi in una piccola capanna immersa nei boschi, nei pressi del fiume Kamouraska. Ci racconta la sua vita durante dieci giorni di un freddissimo gennaio attraverso una sorta di giornale di bordo, qualche disegno e diversi elenchi. Pagina dopo pagina, registra la metamorfosi che si opera in lei: la paura del buio e dei coyote lascia spazio alla meraviglia; al disgusto per il sistema a cui ha voltato le spalle si sostituisce la speranza; le difficoltà della vita di ogni giorno si traducono nel proficuo apprendimento delle tecniche che le servono per sopravvivere e coabitare con gli animali che popolano la foresta boreale. Nella tana è un affascinante viaggio nelle profondità della natura e di sé stessi. Una ricerca di senso lontano dalla civiltà. Un ritorno alle origini per riscoprire il nucleo profondo dell’essere umano. Ed è un esordio letterario davvero molto promettente".


Gabrielle Filteau-Chiba
Prede
traduzione di Federico Zaniboni
pag 320
2020 Lindau

quanto pare, variazione sul tema - la vita nella foresta, in una abitazione mescolata con l'ambiente circostante. Anche in questa occasione, una narrazione in forma di diario. Dal titolo, sembrerebbe qualcosa di più intenso. Non puoi fare a meno di pensare che noi umani abbiamo dimenticato cosa significa essere delle prede -  a meno che non ce lo abbia ricordato proprio la pandemia.
Nelle note editoriali, leggi: "Raphaëlle Robichaud, agente di protezione faunistica, vive in una roulotte immersa nella foresta boreale del fiume Kamouraska, vegliando sul bosco e sugli animali che lo abitano e provando a rimediare alla cattiva reputazione della sua specie, infangata dai bracconieri e da tutti coloro che non considerano la natura degna di rispetto. Durante una delle sue rare visite in città, Raphaëlle entra casualmente in possesso del diario di Anouk (la protagonista di Nella tana, il primo romanzo di Gabrielle Filteau-Chiba) e si mette sulle sue tracce. Tra le due donne nascerà un’amicizia intensa e speciale, l’unione di due persone votate alla stessa causa: proteggere la foresta. Insieme a Lionel, vecchio amico e guardiacaccia in pensione, Raphaëlle architetterà un piano per vendicarsi di chi, per divertimento o per guadagno, distrugge il bosco e uccide i suoi abitanti." Quasi un seguito, della Tana, sembrerebbe - e anche qualcosa che può ricordare da molto vicino sia la Janina di Olga Tokarczuk, sia Nile e Celeste di Jeffrey Moore. Il bosco ricresce rigoglioso, anno dopo anno, in seguito all'assalto dei boscaioli, che hanno perpetrato "orrori boreali", ci vuole qualcuno che prenda le sue difese - e dei suoi mille abitanti non umani. Non vedi l'ora di leggerlo!

Ecco, per ora è  tutto - doveva essere un post breve, invece si è allungato quasi a dismisura. Il che, forse, è anche un segnale incoraggiante, dal punto di vista proprio delle narrazioni umane verso animali e natura. Infatti, è un argomento che ormai non può più essere taciuto e col quale dobbiamo confrontarci sempre di più, sempre che non sia troppo tardi...

3 commenti:

  1. Ottimi consigli di lettura. Grazie Giovanni

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    1. tutti quelli della lista che ho letto, mi son piaciuti molto!

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    2. cavolo, mi viene in mente che me ne sono dimenticato uno! lo metterò prestissimo

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