A Milano sabato, per i libri di Rita Ciatti e Teodora Mastrototaro

 


Mare Culturale Urbano a Milano - foto googlata da internet


L'occasione per 'affrontare' Milano, per te, si ha solo quando puoi trovarti con persone che conosci, con persone care. Devi comunque prepararti, studiare i percorsi coi navigatori e se scopri che il luogo dove devi arrivare non è troppo addentrato nella città, sei sinceramente più sollevato.

Come nel caso di sabato scorso, quando sei andato all'appuntamento contrassegnato Milano Bookcity, ritrovo a mezzogiorno nei locali del Mare Culturale Urbano.

...


da sx a dx: Teodora Mastrototaro, Marco Saya, Rita Ciatti

Appuntamento coi libri, in particolare due libri incentrati sugli animali - gli animali non umani, ma anche quelli umani, i modi con cui si comportano verso quelli non umani:

"Ma le pecore sognano lame elettriche?" , di Rita Ciatti

"Legati i maiali", di Teodora Mastrototaro, con cui avevi chiacchierato sul blog, tempo fa.

Un unico editore per entrambe: Marco Saya.


Con Maika e Chicco (anzi, Gigio), siete andati a incontrarli, per fortuna il Mare Culturale è molto periferico rispetto alla città, vicinissimo a San Siro, zona con cui avevi familiarità.

Bello è stato, allora, arrivare, scoprire questo luogo un po' sorprendente - o forse non troppo, a ben pensarci - per Milano, una cascina merlata, con spazi per eventi, feste, concerti, ecc. quegli spazi cosiddetti multifunzionali che oggi si incontrano di frequente e che piacciono tanto. Una bella sorpresa, così ti sei rilassato. 

A te, che ti senti spesso periferico, ha fatto grande piacere, insomma, ritrovare dopo alcuni anni l'amica Rita Ciatti e conoscere di persona Teodora Mastrototaro, che ti accoglie come un amico ritrovato. Sorpresa: c'era anche Francesca Chiara, attivista, che non vedevi - pure lei - da un bel po', è stato bello ritrovarla qui. Ma quanti incontri sono nella tua vita così tanto diradati, eppure son persone a cui tieni? Questa constatazione un poco amarognola, ti fa un po' pensare, ora che racconti la giornata.

Giornata bella, giornata rincuorante, giornata tonificante per le idee e per la mente, e fatta di tantissimi momenti che intrecciano estemporaneità diverse tra di loro, in modo occasionale e casuale. Diverse vite scintillano toccandosi in questo spazio condiviso il tempo di mezzo pomeriggio, lasciano nuove tracce nei ricordi.




Ci son state, insomma, le parole di Marco Saya,  editore che dichiara il suo amore e la sua attenzione per la poesia, oltre alla sua voglia di dare voce e spazio ai temi cruciali e delicati che riguardano gli animali non umani.

Poi, le parole riflessive di Rita Ciatti che inquadra l'antispecismo e porta in primo piano il suo essere cultura, pensiero articolato e orientato alle prassi e alle azioni, nei confronti di un oggetto antropologico culturale atavico come lo specismo.

Poi, ci sono le parole poetiche di Teodora Mastrototaro. Forse lo avevi già scritto: le sue parole sono nette e precise, la concretezza cruenta che esprimono si fissa all'istante e inchioda il lettore allo stesso eterno piatto inamovibile istante presente che devono sopportare tutti gli animali sfruttati dagli umani, finché non arriva repentino e inavvisato l'istante del buio finale.


Si sta tutti insieme, dopo, è un modo non solo per parlare di progetti futuri e prossimi libri - con un editore che ti ha dato impressione di grande gentilezza spiritosa - ma anche per risentirsi vivi e fortunati, nelle nostre vite finora, per ri-raccontare agli altri di noi stessi e di quel che abbiamo fatto. Si mangia insieme, siamo tutti vegani, per una volta il pranzo è una occasione di gioia completa, non ci si sente assediati dal dolore, non ci si sente profughi dai sapori delle comitive - ritorna a tutto tondo la preziosità sociale del dividere cibo insieme.

Ma queste sono considerazioni di dopo. Mentre si mangia - non preoccupatevi! - abbiamo riso, abbiamo scherzato, abbiamo anche spettegolato!

Vorresti che di incontri così ce ne fossero di più, anche per vedere gli spazi riempiti da persone che vegane non sono, che di attivismo animale sanno solo quel che si vede sui media e che sul dolore animale non hanno il coraggio di soffermarsi.




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