Presidio a grande voce contro l'uccisione del cinghiale di Chivasso

 




I fatti: martedì scorso, 16 novembre, un cinghiale entra in città, a Chivasso (To). Siamo tra le 16 e le 17 del pomeriggio. Entra nella sede della CRI e poi alla ENEL. Così si legge su una testata locale.




L'area è poi stata circoscritta, sono arrivati i Carabinieri e i volontari della CRI. Alla fine, il cinghiale è stato ucciso.


Le attiviste di Scrofeinrivolta, di Grugno Clandestino e di Parte in Causa, hanno reagito, a questo gesto violento e definitivo, con un presidio, che ha fatto sentire la voce di una giusta rabbia, echeggiante nelle vie del centro cittadino, in Piazza della Repubblica, a Chivasso.


Tu sei andato, non da solo, ma con altri due individui, quelli che passano per essere i 'tuoi' cani, ma che invece, speri, siano due individui della specie-cane che in qualche modo scelgono di vivere con te e di gestire questa convivenza - giorno per giorno.


Finché le attiviste non ti avevano comunicato nulla della notizia, fino all'altra sera, quindi, tu non ne sapevi niente, di questo fatto, come probabilmente la totalità dei cittadini di Chivasso (i chivassesi). Evidente è che Il presidio è stato quindi organizzato in modo molto rapido, proprio per rispondere subito e con decisione, per reagire dando voce al giusto sdegno, oltre che alle motivazioni del perché le cose dovrebbero andare in altro modo.

Non ne sapevi nulla, perché la notizia non era stata minimamente diffusa: alla stregua dello svuotamento dei cassonetti, non finisce in prima pagina l'attività della raccolta differenziata, perché dovrebbe finirci l'eliminazione di un 'pericolo', rappresentato da un cinghiale?

Con le attiviste, presenti oggi, provi sdegno, provi rabbia. Una volta di più, l'umano ha scelto di uccidere, quando è venuto in contatto con un individuo di una specie diversa dalla sua. Una scelta che forse è stata presa con facilità, senza dubbi, senza ripensamenti dopo. Eppure, di soluzioni diverse ce ne potevano essere. Eppure, il 'problema' cinghiali è costruito dagli umani stessi, in molti modi e per molti motivi, spesso lucrosi. Per cominciare, gli umani hanno occupato tutti gli spazi disponibili, non rimangono che scampoli marginali e casuali per gli altri animali, porzioni di terreno sempre troppo piccole e sempre assediate dai luoghi umani - nei quali è vietato entrare, ma che sono difficili da evitare. Ma, chi entra, è immediatamente nemico, invasore, minaccia: deve essere ucciso. Ogni fatto che venga in modo arbitrario chiamato 'problema', l'umano sembra propenso a risolverlo sempre e solo così: eliminandolo in modo drastico e definitivo (lui ha sempre ragione).

Capita agli individui di altre specie, come questo cinghiale chivassese,  capita a molte donne, in Italia, capita - sta capitando, adesso - a molti umani, nel mondo.


Come far passare questi messaggi? Come far capire alle persone che questa situazione non può essere sostenibile? 

Dopo di oggi,  dopo che hai sentito parlare con voci chiare e appassionate, voci decise e motivate, di argomenti etici, ma anche politici e sociali 'forti', sei di nuovo propenso a pensare che è questo il modo più giusto: avere e sapere argomenti e fatti che non possono non essere 'accettati', e raccontarli in modo onesto, così le persone potranno almeno sapere che questi argomenti ci sono, e chiedono ragione e attenzione; che questi fatti accadono e che dobbiamo decidere se li accettiamo o se ci ripugnano. I fatti onesti, traggono forza di per sé, mentre ci sono persone come quelle di oggi che li raccontano e lo fanno con preparazione, perché ne sono coinvolte e li considerano fondamentali.


Molta gente è passata, oggi, nel centro di Chivasso. Non pochi hanno ascoltato, hanno guardato, hanno fatto domande. Non sai quanti porteranno qualcosa con loro di questo fugace momento, ma sei sicuro che di certo c'è qualcuno che ci è 'inciampato' . 

Hai riscoperto, così, il valore e la forza di queste iniziative (se son fatte in un certo modo): essere uno 'scandalo', appunto, dal greco σκάνδαλον (skàndalon), che significa "ostacolo", "inciampo", farci da promemoria su certe cose che non vedevamo più, ma che invece sono sempre lì.

(E comunque, alla fine, a quanto pare, qualcuno, infatti, si è innervosito a causa del presidio, che ha portato alla luce e raccontato un fatto di pura inciviltà).


Articoli sull'evento di sabato:

QUI e QUA.


Nessun commento:

Posta un commento

Metodi alternativi alla vivisezione. I risultati di Arti Ahluwalia

la dottoressa Arti Ahluwalia , direttore del Centro di Ricerca "E.Piaggio",  Università di Pisa Bioreattori, Nanobioscopie, Modell...