Leila Shirvani, tutto in musica. Un nuovo CD

 



Pochi giorni fa è uscito un disco di Leila Shirvani. 

Un nuovo disco, con un repertorio naturale e variegato.

Ne hai chiacchierato al telefono con lei.

Intanto, se vi va, potete ascoltare il disco su Spotify.




Leila Shirvani, all'altro capo del telefono si trova forse tra i suoi bellissimi ulivi, mentre tu sei in un parco dove abbaiano alcuni cani, compresi i tuoi. Ogni tanto, suoni non umani quindi intercalano le cose che vi siete detti.


(qui tu riporti le sue parole in modo indiretto, elidendo le domande e costruisci un suo discorso fatto di risposte che raccontano)


Dalle sue parole, da come racconta pian piano la musica del disco ri-prende vita. La copertina, per esempio, "è una foto che ci è piaciuta, ma che non è stata pensata per il disco. L'avevo fatta in riva al mare e mi piace perché mette insieme alcune delle cose che amo di più: le onde del mio bel mare calabro, la musica del mio strumento e il colore rosso, che è quello che preferisco".





Quindici brani, dove Tchaikovski è molto presente, ma insieme a lui ci sono anche Haydn, Rossini.

"Tchaikovski è tra quelli che preferisco, ma c'è anche Haydn e Rossini col suo fuoco. Poi, c'è la melodia persiana, che mi ha insegnato il nonno. Sono tante le possibilità di musica per il violoncello, ho voluto esprimere le diverse voci".


Voci anche umane: "diventa la voce di Rosina, si personifica e può trasmettere le stesse sensazioni della voce umana, poiché si ha una personificazione".

Ma, ancor più, "nella melodia persiana, il violoncello diventa la voce in modo ancor più deciso: è una voce forte, una voce antica, etnica; è una voce malinconica, anche per me personalmente".


Si tratta, insomma, di un disco che per Leila funziona come "biglietto da visita", per come dimostra ecletticamente le diverse sensibilità sue. 

Sono sfumate, variegate, le sensibilità di Leila Shirvani, soprattutto - a tuo parere- per un aspetto peculiare che la caratterizza: il suo legame con gli animali, legame che diventa attenzione, cura, difesa, infine attivismo.





"Sono sempre stata attratta spontaneamente dagli animali. C'era un gatto, che ha vissuto con me per diciotto anni e in tutto questo periodo mi ha offerto amicizia e compagnia.

Capitò poi che un maialino mi venne incontro, per salutarmi e mi guardò, nello stesso modo in cui mi guardava il gatto. Ed è stato lì, da bambina, che ho cominciato a fare determinati pensieri: come funziona questa cosa, che il gatto lo veneriamo, mentre il maialino viene ucciso per diventare prosciutto? Non sono tutti e due affettuosi e tutti e due non hanno voglia di vivere, di essere curiosi?".

"Questa domanda, questa consapevolezza, è l'inizio di un incubo nella nostra società specista, che non vede questi aspetti. Mentre io, interagisco da sempre con piacere con gli animali".

Diventa molto importante, allora, immaginare qualche azione per spostare l'attenzione sugli animali.

"La musica è potente per qualsiasi battaglia.". Sono emozioni dirette.





"Arte, secondo me, va messa a disposizione per i propri ideali".

"La musica è una protesta, è un'arma molto potente. Penso a una musica militante: se tutti gli artisti davvero mettessero le proprie espressioni per contrastare lo specismo, l'aiuto alla battaglia sarebbe grandissimo e penso molto efficace, per la capacità di trasportare le emozioni in modo assai diretto".

Leila Shirvani parla per esperienza, poiché ha fatto diverse performance live, in questo senso, per esempio per protestare contro la caccia e allo stesso tempo per far sapere alle persone che c'era la possibilità di firmare per richiedere il referendum nazionale di abolizione della caccia.



E poi? Poi, ci sono le attività di cura, le attività di creatività. Il progetto di Leila Shirvani si chiama Eco Accademia.

"Si tratta di un progetto per unire musica e ambiente. In questo bel bosco di ulivi, su un grande terreno, progettiamo di costruire delle casette, sparse, dove ciascun musicista possa trovare sia isolamento e rifugio che scambio, per poter suonare, studiare, comporre. Una accademia diffusa, quindi, non un'unica grande costruzione, ma queste piccole case, collegate tra loro da stradine e sentiere in mezzo agli alberi . Ciascuna casetta si trova sotto un albero diverso, per ciascun diverso strumento musicale."


Il progetto non si ferma qui. 

"In un futuro speriamo non troppo lontano, la accademia dovrà anche diventare un santuario, uno spazio rifugio per animali salvati e liberati. Gli ospiti che verranno così a trovarci, incontreranno anche questi individui animali non umani, ne impareranno il carattere e ne troveranno la bellezza. Potrebbe, io credo, essere un modo dolce per sensibilizzare le persone, come capitò a me col benvenuto del piccolo maialino curioso".

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