la primavera è primavera: sbocciano azzurri occhi della madonna su campi già stremati all'ombra di nessun albero
L'equinozio di primavera è iniziato ieri, 20 marzo.
Spiega l'Unione Astrofili Italiani (Uai), quest'anno «cade alle 10:37, ora italiana. La data è quella del 20 marzo, e non del canonico 21, come accaduto per molti anni. Fino al 2044, quando - precisa l'Uai - cadrà addirittura il 19 marzo».
Un equinozio di due giorni, quasi: benché sia una contraddizione è tuttavia qualcosa che ti appare poetico - la priavera che indugia, la primavera che si fa ammirare più a lungo.
Poesia: oggi è anche la giornata mondiale della poesia. Ecco perché hai messo i tuoi versi pensati ieri, per una primavera che è coraggiosa a ripresentarsi su un pianeta sempre più aggredito dalla specie homo sapiens.
Certo, la primavera non può fare a meno di arrivare, è una inevitabilità astronomica. Ma la stessa inevitabilità, in qualche modo, si potrebbe pensare che sarà l'inizio della conclusione definitiva della presenza degli ominidi sulla Terra.
Lev Tolstoj ha da dire qualcosa in proposito (l'incipit che metti qui sotto non è una tua geniale riscoperta, in realtà è molto popolare sui social e forse non è un caso, ma il segno di una nuova concezione di noi stessi sul pianeta).
Incipit del romanzo "Resurrezione"
"Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di
migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui
si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi
crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a
spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per
quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli
uccelli, – la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava,
l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse
strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di
pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie
vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli
scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della
primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri,
scaldate dal sole.
Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma
gli uomini – i grandi, gli adulti – non smettevano di ingannare e
tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e
importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del
mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che
dispone alla pace, alla concordia e all'amore, ma sacro e importante
fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi gli uni
sugli altri".
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