uno dei primi frame del video We are good, di Dua Lipa |
Dua Lipa (nome che in albanese ha origini nel sostantivo che significa 'amore')è una artista che ha un grande orecchio musicale e nella sua biografia spuntano in continuazione nomi 'big' del pop degli ultimi decenni, fino a oggi - nomini solo Lady Gaga e Gwen Stefani, Beyoncè e Miley Cyrus, perché le conosci persino tu.
Grammy Awards! |
Ma chi sarà mai questa multietnica talentosa trasversale artista, che si coinvolge nei temi di LGBT, ambiente, uguaglianza sociale e ambiente?
Questo video può già suggerirci molte cose.
Intanto vedetevelo, anzi, vediamolo, anzi veditelo - e poi ne parliamo (scusate ma del Titanic ancora vi devo parlare. cit.)
Va bene, ne hai messo fortunosamente un link anche qui, ma si tratta di versioni arrembate e provvisorie, ché stavolta, non sei riuscito a inserire il link del video in questo testo, nonostante le (COMUNQUE macchinose) interfacce di blogger.
Meglio più video che meno, in ogni modo.
Dicevi che il video risponde (forse) alla domanda (che prima di tutto tu ti sei fatto): chi è Dua Lipa?
Tra le tante cose grintose e fashion della sua biografia, scopriamo che è in rapporti con Stella McCartney, stilista vegan - per il resto, moglie di Paul McCartney, ecc ecc.).
Suona un campanellino subito speranzoso nella mente: vuoi vedere che è vegan?
Probabilmente lo è,e magari lo è anche per motivi - sia pur non solo - etici. Non è il caso però di costruire castelli in aria.
Rimani al dato di fatto del video: che è la storia dell'ultima notte del Titanic osservata dal punto di vista di uno degli astici esposti nella sala ristorante in una vasca trasparente, per poter venire scelti dai ricchi avventori che li vogliono mangiare. Capite bene l'orrore della intera situazione, vissuta nel corpo e nei pensieri dell'astice. Questo animale, infatti, vede la mano che si immerge per afferrare le altre astici, e solo per puro caso rimane per ultima. Vede dove vengono portate, intravede la pentola e la fiamma e il vapore bollente, mentre la porta basculante oscilla. Vede il piatto col cadavere della sua conspecifica - e amica? tu credi di sì- che viene portato a questi entusiasti 'buongustai', che ridono e giocano mentre lo fanno a pezzi e lo inghiottono fino all'ultima fibra. Poi, tocca a lei, e qui di sicuro chi guarda sobbalza: ma come, ma non si salva nemmeno lei? Che tensione! Immobilizzata, l'astice viene portata fin sopra la pentola, ma la fiamma è spenta e non si riaccende, c'è una interruzione nell'impianto del gas. Cucina chiusa. Fine della musica (delusione della cantante? chissà...). Clic. Luci spente. L'astice ritorna nella vasca. Poi, tutto si capovolge e allaga, il mare arriva ad abbracciare l'astice, che nuota via tra scarpe, piatti e oggetti umani. Il sollievo è grande, mentre vedi il Titanic spezzato in due che lentamente affonda. E su un canotto, la cantante.
Già, ma chi è questa cantante? A te a tratti ricorda una maga, un essere incantato, la personificazione del mare o della natura: ci sono sguardi tra lei e l'astice, ammiccamenti, ci sono ombre che velano quadri di tempeste e sprazzi subliminali di luce che sanno di consapevolezza. Qualcuno, insomma, ha già previsto l'iceberg.
A te è sembrato un video denso, sia musicalmente che visivamente, i richiami a moltissime situazioni e cliches sono innumerevoli - cliché va inteso qui nell'accezione positiva, di ridondanza espressiva a una costellazione di richiami culturali acquisiti a livello sociale.
L'emozione nel guardarlo - e nel riguardarlo, nel riguardarlo, nel riguardarlo...- è sempre tanta.
Video visivamente elegantissimo, groove entusiasmante, una miscela di ammiccamenti musicali, iconografici, artistici, visuali, che ti acchiappa l'inconscio collettivo e non lo molla più.
Son gli sguardi che fanno tutto, in tutti i momenti - ma penso soprattuto agli sguardi dell'astice che intravede la cucina e tra l'astice e la cantante. Un sogno di rivalsa e di fuga che molti animali hanno ben il diritto di avere. Un sogno che anche molti umani hanno, per gli altri animali.
Sono sguardi che conosci(amo) tropo bene: gli sguardi degli astici prigionieri nelle vetrine dei ristoranti, l'angoscia di chi non ha vie di fuga né scampo, da un ambiente realmente alieno e incomprensibile, spietato e inarrestabile. Lo vediamo tutto, negli sguardi - invece stupratori-predatori degli avventori, grotteschi come mostri. Lo sguardo che mangia e divora mentre la bocca pregusta e anticipa la sensazione del corpo smembrato tra denti e palato.
Nessun commento:
Posta un commento