Grugno Clandestino

 




.... ma guardate quanto sembra felice questo tipo qui! Pare proprio che se le goda e che si diverta. 

Lui trascorre i suoi giorni tra le mura del rifugio del Grugno Clandestino - e ne è ovviamente quel che si potrebbe definire il testimonial più significativo.

Ma non è l'unica persona che abita questo posto, che sei andato a conoscere qualche giorno fa... e sei rimasto in qualche modo ancora là. Dopo averli conosciuti e incontrati - le persone, il posto.


Eccoti qui: a far due chiacchiere con alcune delle persone-cani che vivono al rifugio. Loro, insieme ai tacchini, sono gli inquilini con cui hai avuto più capacità di dirvi cose. Chissà perché. C'è da dire che il caso c'entra molto in questi incontri, proprio perché son lasciati liberi e fluidi di svilupparsi, ma anche di non proseguire. Non sempre c'è interesse o voglia di conoscersi, e va bene così. Comunque: I tacchini sono dinosauri curiosi, la spinta ad avvicinarsi è reciproca, loro ti interrogano, ti raccontano le loro idee, ti dicono che cosa hanno pensato - coi loro occhi tondi e acuti, con le movenze, con il collo, il corno bargiglio, che cambiano forma, dimensione e colore, seguendo le onde delle emozioni e il fluire degli accadimenti. Pensi: dei comportamenti individuali e sociali dei tacchini, chi sa davvero qualcosa? Nessuno, immagini. Perché: chi è interessato a conoscere le caratteristiche etologiche di un 'pezzo di carne' da mangiare, ancora semovente? E allora, per estensione: oltre al mondo dei tacchini, quanti infiniti altri mondi convivono intrecciati e accanto a quello umano, ma non ne sappiamo nulla, perché non ci interessa?




Coi tacchini, convivono questo gallo con le sue galline. Lui è bellissimo, anche se quando arrivò qui era tutto spennato. Adesso inalbera questa chiama di piume e sfodera le sue penne colorate, ti dice chiaramente che qui sei a casa sua e che ti tiene d'occhio - forse, un po' lo spaventi, perché non sa chi sei, non ti conosce, ma comunque non si nasconde mai. Anche lui comunica moltissimo. Insieme a lui, c'è una gallina timida, che gli assomiglia molto.


I conigli, ovvero la pace degli erbivori - come ha detto Angela, una degli umani che vivono qui. Loro abitano un mondo quasi rasoterra, fatto di erba e polvere, di rifugi e anfratti, ma non hanno paura, si muovono, corrono e zampettano tutt'intorno a te, ma senza esserne turbati. Tuttavia, a quanto pare, quel giorno han preferito non fermarsi a comunicare con te.







Eccoti ancora qui: con Angela e coi cani. I levrieri, che son cani sui generis, insieme al bracco, sono gli abitanti più rumorosi del piano terra della casa (al primo piano, invece, una comunità silenziosa di gatti, che hai solamente intravisto). Cani sui generis, dicevi, i levrieri: tanto per l'aspetto fisico, il loro corpo portato all'estremo, quanto per il loro carattere, il loro comportamento. Ciascuno ha una spiccata individualità, un proprio stile nell'avvicinarsi a te per capire chi sei, per conoscerti, ma anche per 'molestarti'. 








Naturalmente, sei andato al Grugno insieme con la tua famiglia, Maika e Chicco, persone-cani. La cuccia materassino è diventata immediatamente il loro spazio sicuro, che Maika ha difeso con grande chiarezza - lei è una tipa molto decisa e le cose che dice non lasciano mai spazio a dubbi o ambiguità.





Le ore al Grugno sono volate: una tarda mattina, un intero pomeriggio e una prima sera crepuscolare - ormai, rabbuia più presto che in piena estate.

Tutti gli abitanti di questo bellissimo posto vengono da situazioni al limite, dove hanno anche rischiato la vita, la salute, l'equilibrio; solo qui hanno la possibilità di ripristinare se stessi, in un modo che non c'era prima di arrivare al rifugio.
Qui, per fortuna, c'è il tempo per farlo: perché ciascuno ha il suo modo, il suo tempo, le sue capacità di rimettersi in sesto. Bisogna reimparare persino a camminare, a capire che cosa siano erba e polvere, a far pratica con l'uso di un riparo come una tana o un pollaio. Il rifugio è il luogo sicuro e protetto per potersi riabilitare alla vita. 

Uno spazio reale, concreto, realizzato dove si vive tutti i giorni un diverso modo di stare vicino a persone animali che non siano umani. 
Il santuario, comunque, rimane il luogo temporaneamente liberato dalla aggressione umana, una riserva dove animali liberi e liberati possono esprimere se stessi. Ma non rimane comunque un luogo organizzato da umani? Qui, gli animali, vengono curati; e cura significa sia medicazione che protezione, che difesa dalle aggressioni, che - infine - creazione di condizioni per una ripresa, una riabilitazione dalle ferite ricevute.

Si scopre che ognuno di loro ha il suo carattere - sembra una banalità scontata - c'è quello amichevole e quello scontroso, quello curioso e quello schivo; qualcuno rifiuta la cura, qualcun altro ci si affida senza esitare. C'è la persona simpatica e quella antipatica. 

La cura, in quanto tale, rimane un concetto sfaccettato: ha probabilmente dei suoi standard di riferimento, che non sono unici o univoci, né immobili nel tempo; forse, la cura più auspicabile è quella che mette l'individuo nelle condizioni di riprendere a vivere con il corpo e la mente cambiati che si ritrova, dopo l'esser scampato alle ferite e alle privazioni.

Queste e anche tante altre cose, avete ragionato, insieme, al Grugno. Cose delicate, che sarebbe bello approfondire ancora un po'.

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