RESISTIAMO CON I MAIALI LIBERATI
Presidio Antispecista a Torino
domenica 6 febbraio 2022
dalle ore 15, in Piazza Castello a Torino
Come il presidio di ieri a Genova, anche questo è organizzato da Parte in Causa, Scrofeinrivolta e Grugnoclandestino. Un giorno di pausa per riorganizzarsi e pronti via!
Ci sarà anche l'etologo Fancesco De Giorgio
Che i cinghiali siano da tempo il nemico numero uno tra i selvatici non è una novità, a loro
si imputa distruzione di coltivazioni ed economie in ginocchio, incidenti, invasione di città
ed addirittura il cambiamento climatico.
Adesso con i casi ritrovati di peste suina la cosa non poteva che subire un peggioramento
ed è il lasciapassare definitivo alla strage.
E questa carneficina non comprende solo i cinghiali selvatici, ma anche secondo
l'ordinanza emanata dal presidente della regione Liguria Giovanni Toti e adottata anche in Piemonte dove ci sono 78 zone dichiarate rosse, tutti i suini di allevamento a cui la macellazione è "solo" anticipata, e anche animali che vivono in rifugi o da privati, anche se perfettamente sani e protetti da ogni contatto con i selvatici.
Se volevamo un altro esempio dell'azione assassina delle istituzioni e della
considerazione degli animali non umani nella nostra società, adesso ne abbiamo uno tra i più sanguinari ed inaccettabili.
Considerando che sappiamo già che la gestione degli altri legittimi abitanti delle terre, i selvatici, da parte delle istituzioni è specista e mortifera, l'abbiamo visto con gli orsi e sempre coi cinghiali, con le nutrie, con qualsiasi specie che si becca l'etichetta di "invasiva" o "problematica" dall'umano che si dimentica non solo di essere sempre autore del problema, ma di non essere l'unico vivente con il diritto di abitazione di questo pianeta, e considerando che purtroppo non ci stupisce che gli animali allevati vengano sacrificati "con anticipo" e che per i selvatici saranno organizzati gli squadroni della morte denominata "caccia di selezione", come attiviste ci solleviamo potentemente contro questa
ennesima soluzione mortifera e per i rifugi e per tutti quei luoghi in cui pochissimi individui fortunati trascorrono la loro esistenza come testimoni del mondo che vorremmo e per cui lottiamo. Non lottiamo solo per la conservazione dei loro corpi, ma anche della loro casa e delle loro
relazioni, dei loro spazi, delle loro abitudini, della loro vita tutta.
Vivere non è solo conservarsi, è autodeterminarsi seppur nei limiti che questo mondo permette e che faticosamente cerchiamo di rimodellare mentre resistiamo abitandolo in
altre modalità.
E noi resistiamo con ogni mezzo.
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