Sei intrigato dai cosiddetti libri per
bambinǝ ... da quando eri bambino.
Potete quindi
facilmente intuire il piacere che provi quando
hai occasione di parlare di uno di questi
libri, o meglio, di parlarne con la sua
autrice, intraprendente grafica e narratrice
che - oltretutto - i suoi libri di storie
deliziose, li produce da sé e e li divulga, a
beneficio deǝ lettorǝ, piccoli dentro e fuori.
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il sito di Alessandra Catalioti |
1-Nel tuo titolo c'è la parola 'sogno'. Pensi
che il sogno, la visione del futuro, siano
importanti? Come sognano lǝ bambinǝ queste cose
riguardo agli animali?
Nel titolo c’è la parola “sogno” proprio perché
tutta la storia ruota attorno a questo. Matilde
fa un sogno in cui viaggia verso luoghi
lontani, dove incontra alcuni animali che le
racconteranno quanto loro stessi sognino,
appunto, la libertà. Il sogno in questa storia
ha un doppio significato, da un lato è una
dimensione in cui i personaggi si rifugiano per
scappare da una realtà in cui sono privati
della propria libertà, dall'altro è una
speranza, una prospettiva di un futuro in cui
possano essere liberi. La visione del futuro in
termini di sogno credo sia molto importante,
poter sperare ci dà la forza di immaginare un
futuro migliore, dove quello che adesso ci
sembra impossibile possa trasformarsi in
possibile. Così come quello per cui stiamo
lottando adesso, cioè un futuro dove gli
animali non siano più considerati “qualcosa”
ma, piuttosto, “qualcuno”.
Credo che lǝ bambinǝ, più che sognare gli
animali, li vivano nel presente, nella realtà,
e in modo puro, nel senso che sicuramente li
vedono e li pensano come a qualcuno molto
vicino a loro e al loro modo di essere. Per
questo, credo sia importante crescere lǝ
bambinǝ coltivando questo spirito di
condivisione, in cui ci sono due esseri
senzienti che possono coabitare senza alcuna
prevaricazione l’uno sull’altro.
2-Ci racconti un po' la storia e come l'hai
pensata e scritta? Si collega agli altri tuoi
libri, in quale modo?
La storia parla della piccola Matilde che
insieme al suo gatto Poldo, si ritrova dentro
un sogno: lo stesso sogno di Agostino, un
elefantino che le farà conoscere posti lontani.
Gli animali che incontra nel suo sognaggio le
raccontano quanto vorrebbero poter vivere
liberi nelle loro terre, anziché rinchiusi
negli zoo, dove non sono altro che attrazioni
per i visitatori.
La storia l’ho pensata dal punto di vista degli
animali, ho cercato di immaginare quali
dialoghi potrebbero nascere tra questi animali
e una bambina o un bambino se potessero parlare
un linguaggio comune. E cosa direbbero a noi
umani se potessero raccontarci qual è il loro
vero benessere, i loro desideri, le loro
necessità, che ovviamente vanno ben oltre il
semplice fornirgli cibo.
Il libro fa parte di una collana di libri
illustrati per bambine e bambini, tutti
autopubblicati. Questi libri vanno tutti nella
stessa direzione, cercare di sensibilizzare e
far riflettere su tematiche quali la libertà
come diritto fondamentale anche degli animali-
non umani, una libertà che non si può limitare
ad allargare una gabbia, ma che deve essere
intesa nel senso più totale. Questi libri si
focalizzano su tematiche quali il vedere gli
animali-non umani come individui, quindi come
soggetti e non più come oggetti a nostro uso e
consumo. Ovviamente tutte queste tematiche
passano attraverso racconti e immagini, quindi
attraverso un linguaggio vicino alle bambine e
ai bambini.
3-Come pensi che sia l'attenzione dell’editoria
verso bambini e ragazzi? Che tipo di esperienze
propone a loro? Ci sono libri 'animalisti'?
In generale sì, ci sono diverse proposte su
questi temi e alcune case editrici dedicano la
loro attenzione a questi argomenti, così come
ci sono anche diverse autoproduzioni. Quello
che posso dire è che forse non è abbastanza
rispetto a quello che ancora c’è da fare su
questi tematiche. C’è ancora molto da fare per
poter contrastare una società in cui nelle
scuole, si propongono ancora testi e libri dove
si presenta alle bambine e ai bambini
situazioni di “fattorie felici”, dove si
racconta ad esempio, che la mucca ci “serve”
per provvedere al nostro nutrimento. Fin dalle
scuole primarie si va ad educare ad una cultura
specista, dove gli animali-non umani sono visti
come merce e, ancora una volta, come oggetti.
Recentemente, una ragazza che ha acquistato il
mio libro, mi ha detto che libri come i miei
fanno sentire meno sola sua figlia di 7 anni,
questa cosa mi ha fatto riflettere molto. Fino
a quel momento ho pensato che fossero utili
soprattutto a bambine e bambini che magari
fanno parte di una famiglia che non ha uno
stile di vita orientato a non sfruttare alcun
animale. Ho invece realizzato quanto possano
essere di aiuto anche a quelle bambine e quei
bambini che fanno già parte di una famiglia
anti-specista e che nella vita di tutti i
giorni, come ad esempio a scuola o in altre
situazioni al di fuori del contesto familiare,
possono sentirsi in qualche modo un po’ isolatǝ
e esclusǝ, basti pensare ai testi scolastici
che ho citato prima.
4-Pensi che la parola 'animalista' abbia un
valore comunicativo, oppure viene malintesa?
Riescono lǝ animalistǝ a 'far arrivare' i modi
nuovi e alternativi di guardare agli animali,
oppure per lǝ bambinǝ è difficile scoprire
queste cose?
Credo che nel mondo antispecista ci sia molta
attenzione anche verso lǝ bambinǝ, non solo
attraverso la lettura, ma anche grazie a
numerose attività. Ci sono moltissimi rifugi
che organizzano visite per bambinə o che
collaborano con le scuole per sensibilizzare
sul tema. Così come moltə attivistə organizzano
laboratori o incontri nelle le scuole. Credo
che lǝ bambinǝ rispondano bene a tutte queste
attività che riguardano il mondo degli animali-
non umani, proprio perché li vedono come
individui molto vicini a loro. Il problema è
coltivare questa percezione nel crescere,
perché le bambine e i bambini di oggi saranno
donne e uomini adulti, ed è in questo percorso
di crescita che si rischia di perdere qualcosa
e di arrivare ad un livello di dissociazione
tale, da non riconoscere più gli animali-non
umani come individui con cui condividere le
nostre esistenze su questo pianeta.
5-come è nata la tua attenzione per gli
animali?
Fin da piccola sono sempre stata circondata da
animali quali cani e gatti, quindi per me
vivere con loro è sempre stata un po’ la
quotidianità. Ad un certo punto della mia vita,
circa 15 anni fa, ho incontrato persone il cui
stile di vita era orientato a non sfruttare
alcun animale-non umano. Ho osservato
silenziosamente queste persone, dico
silenziosamente perché nessuna di queste
persone mi ha mai parlato direttamente della
questione antispecista, ma la parola
"antispecismo" in sé ha iniziato a riecheggiare
dentro di me. Ho cominciato a chiedermi “perchè
ci prendiamo cura di alcuni animali come i cani
e i gatti, li coccoliamo, ci preoccupiamo che
abbiano un luogo caldo in cui dormire, e ne
sfruttiamo altri? Perché consideriamo più
meritevoli di vivere alcuni animali-non umani e
abbiamo normalizzato l’idea che altri invece
vengano uccisi per fornirci un pasto o un
vestito? Qual è la differenza fra un cane e un
maialino, o fra un gatto e una mucca?” Tutte
domande che secondo me ognuno di noi dovrebbe
porsi in modo naturale. Da quel momento ho
iniziato a leggere e ad approfondire la
questione e poi, visto che il mio lavoro è
comunicare, ho pensato che fosse importante
usare il mio lavoro come mezzo di divulgazione
di questi temi. Da una parte avevo un lavoro
che è anche una passione e dall’altra dei temi
che mi stavano a cuore, il resto è venuto da
sé.
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